Design di Ai Confini dell'Eternità: Riferimenti vs. Temi Ricorrenti
- Ethan Fleischer
- 10 lug
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 1 ago
Quando mi venne offerta l'opportunità di guidare il team di Vision Design per Ai Confini dell'Eternità, non mi feci sfuggire l'occasione. Più di una volta avevo proposto l'idea di usare il sottogenere fantascientifico della "space opera" come base per un set di Magic, ambientando il set in un sistema solare con cinque pianeti, uno per ogni colore di Magic.
Solitamente, quando inizio a lavorare in un progetto come questo, faccio un sacco di ricerca per familiarizzare con l'argomento del set. Nel caso di Ai Confini dell'Eternità, questo non è stato necessario. Avevo già approfondito parecchio la storia della "space opera" negli anni per pura passione. Andai indietro sin dalla nascita del genere nei racconti di E. E. "Doc" Smith, che furono le prime storie di fantascienza ad includere il viaggio interstellare.
Ogni racconto di Smith all'interno di una serie rivela che gli incredibili eventi del racconto precedente erano, in realtà, soltanto una piccola scaramuccia contenuta in un conflitto molto più esteso. Gli eroi si rendono conto che le implicazioni dei loro problemi sono aumentate, costringendosi a trovare nuove soluzioni e sviluppare nuovi poteri per affrontare queste sfide sempre più grandi. Tra queste soluzioni c'è una corsa per inventare nuove armi in una gara agli armanenti tecnologica. Altre hanno bisogno di un'apertura mentale, che potrebbe provenire dalla semplice comprensione della natura della realtà, ma spesso ha bisogno di uno sblocco di poteri telepatici con l'aiuto di artefatti alieni. I libri di Smith erano essenzialmente una lettura obbligata per i fan della fantascienza durante la metà del 20° secolo, ma nel tempo sono andati quasi nel dimenticatoio.
Questa stupefacente sensazione emotiva causata dall'enorme scala degli avvenimenti è essenziale per il genere della "space opera". Nei circoli di critica letteraria viene chiamata col termine inglese "sense of wonder". Comunicare quella sensazione di immensità fu probabilmente la più alta priorità del team di Vision Design, che ispirò anche la nostra esplorazione per delle carte di Magic di dimensioni maggiori. Date un'occhiata agli articoli di Mark Rosewater per avere più informazioni su questo argomento!
Anche se i migliori esempi dei nostri set ispirati a un genere evocano la reazione emotiva principale che vogliamo far provare al pubblico, usiamo anche una serie di tattiche per creare carte singole particolarmente ispirate. In molti modi, i generi sono definiti dai loro temi ricorrenti, ossia dei concetti tematici che vengono ripetuti. Creando carte che esprimono quei temi ricorrenti, possiamo basare un set sul genere richiesto.

Per un set sull'horror gotico, abbiamo creato un pipistrello che si rivela essere una vampira trasformata.

Per un set basato sulla mitologia greca, abbiamo creato una carta che rappresenta un personaggio che si addentra nel regno dei morti per recuperare una persona amata.

Per un set ispirato dai media popolari giapponesi, abbiamo creato un robot mecha che viene controllato da un pilota umano.
A volte, questi design "top-down" ispirati ad un tema ricorrente non sono affatto solo temi ricorrenti, ma riferimenti ad una storia specifica.

Nella mitologia greca non c'è un concetto ricorrente di regnanti che trasformano in oro ciò che toccano. Esiste un solo Re Mida descritto ne Le Metamorfosi di Ovidio.

Allo stesso modo, gli eserciti di opliti non vengono trasformati spesso in maiali negli antichi miti. Questo è un riferimento specifico ad un evento ne L'Odissea di Omero.

Solo una persona possiede un anello che crea periodicamente otto copie di sé stesso: Odino nello Edda in prosa.
Nel migliore dei casi, questo tipo di riferimenti funge da divertente "easter egg" per far provare un brivido soddisfacente ai giocatori che colgono il riferimento. Nella peggiore delle ipotesi, rompono l'immersione dei giocatori nel mondo fantastico di Magic: the Gathering. E il confine tra la sagace citazione e la violazione dell'ambientazione è totalmente soggettiva: diversi membri del pubblico vedranno queste carte in modi diversi.
Per anni il team di design di Magic ha trattato temi ricorrenti e riferimenti come se fossero concetti generalmente intercambiabili. Per noi, il procedimento di progettare una carta che esprime un tema ricorrente era più o meno lo stesso procedimento di progettare una carta che fa riferimento ad una storia specifica. E, ad essere onesti, il confine tra un tema ricorrente ed un riferimento può essere piuttosto arbitrario.
L'introduzione e la rapida crescita della nostra linea di prodotti Mondi Altrove mi ha costretto ad affrontare la distinzione tra temi ricorrenti e riferimenti mentre ero a capo del team di Vision Design di Ai Confini dell'Eternità. I set Mondi Altrove non si limitano a riferirsi ad altre storie, le adattano direttamente in un altro medium. Senza astuti mascheramenti. Progettiamo una carta per rappresentare un concetto, e poi scriviamo il nome di quel concetto in cima alla carta.
Se avessimo creato Ai Confini dell'Eternità quando lo proposi per la prima volta più di dieci anni fa, non avremmo visto l'ora di creare carte con nomi tipo Ragazzo di Campagna con un Destino Eroico, Piattaforma di Teletrasporto e Il Terrore Dilania la Mente. Questa tipologia di carte è più adatta ai set Mondi Altrove con i loro veri nomi, anche se magari non stiamo effettivamente pianificando di adattare una proprietà intellettuale specifica.
Questa epifania significò che abbiamo dovuto identificare gli effettivi temi ricorrenti del genere "space opera": il viaggio tra pianeti a velocità inconcepibile, flotte di astronavi gigantesche, strani alieni con usi e costumi ancora più strani, folli fenomeni astrologici, potenti energie rilasciate da potenti tecnologie. E, sopra ogni cosa, un tremendo senso di vastità!
Quindi ci siamo dati una regola: nessun riferimento a nessuna famosa "space opera". E io sono convinto che Ai Confini dell'Eternità sia migliore proprio per questo! Il team di Worldbuilding ha fatto un lavoro fenomenale, creando un'ambientazione che è emozionante e nuova, ma che comunque appartiene a Magic: the Gathering al fianco dei nostri set precedenti. Buttando via la stampella dei riferimenti alle "space opera" famose, abbiamo fatto sì che i Confini camminassero con le proprie gambe.
Ma, ovviamente, non può nuocere qualche riferimento ad una serie non famosa, giusto? Magari un riferimento a qualcosa di fondante ma dimenticato dai più? Solo un piccolo riferimento ai miei libri "space opera" preferiti: un bracciale alieno che sblocca il tuo enorme potenziale telepatico, permettendoti di controllare ogni azione del nemico.
Come direbbe Doc Smith, "Preparate la mente per il contatto".
E, come direi io, "Godetevi il Prerelease!"
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