I Figli del Senza Nome - Capitolo 7
- Brandon Sanderson

- 19 dic 2018
- Tempo di lettura: 10 min
TACENDA
Tacenda si fermò sulla soglia della chiesa, mentre Davriel e i demoni si separarono per indagare.
Lei conosceva benissimo i suoni di quel luogo. Il modo in cui le voci riecheggiavano nelle gronde. Il modo in cui la piccola fontana tintinnava con il suono di acqua sorgiva. La priora aveva posizionato quel simbolo di purezza appena prima della nascita di Tacenda… un tentativo di rappresentare l’acqua pura in contrasto all’impurità del Pantano.
Tacenda era andata in quel luogo insieme a Willia durante le messe, nonostante lei non avesse mai compiuto il giuramento del Sonno Benedetto. Per la chiesa quel segno di devozione era più importante di qualsiasi altro: promettere che il tuo corpo sarebbe stato portato alla prioria per essere sepolto, invece che ritornare al Pantano.
Tacenda camminò lentamente fino alla predella frontale e all’altare, che aveva dei fori per inserire le candele e due pali identici ai lati. Un tempo qui era esposto il simbolo di Avacyn, il simbolo della chiesa. Tacenda si ricordava quando si inginocchiava in quel punto da bambina, con una mano su ciascuno dei pali. Percepiva il freddo metallo, sentiva i simboli intagliati nel bronzo, mentre i sacerdoti pregavano per lei cercando di guarirla dalla sua condizione.

I simboli di Avacyn erano stati rimossi per ordine della priora. A quanto pare a Thraben ora si adorava un nuovo angelo. Ma si poteva veramente cambiare la propria fede da un giorno all’altro? Cambiarla come fosse una camicia? Cosa rendeva migliore questo nuovo culto? E da quanto tempo quello vecchio era fallato?
Willia non era l’unica in quella regione che aveva deciso di indossare il simbolo dell’Angelo Senza Nome, piuttosto che quello indicato dalla chiesa. L’Angelo Senza Nome era una misteriosa figura che aveva donato agli Accessi la Pietra dell’Anima, ora reliquia della prioria.
Crunchgnar ficcanasava in giro per l’edificio, esagerando ogni suo movimento, come se avesse voluto assolutamente dimostrare di non sentirsi per nulla infastidito dal fatto di essere all’interno di una chiesa. La Signorina Highwater rimaneva vicino a Davriel, che stava analizzando la trave utilizzata per sbarrare la porta. Poi spostò la sua attenzione sulle finestre, che aprì una alla volta, osservandone il telaio.
Tacenda camminò fino ai corpi, che giacevano nell’ombra. La lanterna solitaria di Crunchgnar dava un’aria spettrale all’ampia sala. Qui erano cadute una dozzina di persone, praticamente due famiglie. Gli unici fedeli tra gli abitanti del villaggio; solo una manciata in confronto a coloro che erano rimasti nelle proprie case perché riponevano più fede nella Canzone di Difesa del Pantano.
E con essi c’erano i corpi dei sacerdoti. Ce n’erano tre: l’anziana Gurdenvala era la sacerdotessa del loro villaggio, una donna che Willia aveva sempre definito austera. Era caduta nei pressi dell’altare, con un simbolo di Avacyn tenuto verso l’alto: un’icona proibita. Quando si era trovata di fronte al pericolo, si era rivolta alla sua fede originaria.
Gli altri due sacerdoti erano stati mandati dalla prioria per cercare di aiutare il popolo in quell’emergenza. Tacenda non li conosceva altrettanto bene, anche se il più giovane era Ashwin: il sacerdote che una volta aveva disegnato Willia. Il suo corpo era posto contro il muro, con gli occhi spalancati. Tacenda si inginocchiò e raccolse un quaderno da disegno al suo fianco, e all’interno vi trovò disegni di varie persone. Sacerdoti, abitanti del villaggio, molti della priora stessa.
L’ultimo disegno era uno schizzo veloce della chiesa dal suo punto di vista vicino al muro: le panche allineate, le porte frontali aperte e la luna oltre di esse. Sulla soglia, disegnate velocemente e non delineate, c’erano delle figure trasparenti con i volti deformati. Immagini spettrali che ricordarono a Tacenda esattamente ciò che aveva visto poco tempo prima alla villa di Davriel, quando lo spirito del cataro si era corrotto in un geist terrificante.
Lei tremò alla vista di quel disegno inquietante, abbozzato e stranamente convincente. Riusciva ad immaginarsi il sacerdote in quel punto, appoggiato all’angolo, a disegnare furiosamente mentre le difese e le preghiere della chiesa fallivano. Portò il quaderno da disegno nella parte anteriore della stanza, dove Davriel e la Signorina Highwater stavano ancora ispezionando la porta principale.
“Che cos’è?” disse Davriel, facendo un passo avanti e prendendole il quaderno dalle mani. “C’è troppo buio. Crunchgnar, vorresti sbrigarti ad illuminare le lampade di questo posto? Non riesco quasi a vedere quanto tu sia brutto.”
Crunchgnar brontolò, ma iniziò a svolgere il compito assegnato. Davriel girò il quaderno verso la luce, poi annuì. “Ha senso.”
“Cosa ha senso?” disse Tacenda.
“Signorina Highwater” disse Davriel, restituendo il quaderno da disegno a Tacenda, “cosa puoi dedurre da questa situazione?”
“Le difese della chiesa hanno retto, anche se per poco” disse la Signorina Highwater, indicando. “Graffi sulle porte e sulle finestre, che sembrano proprio i segni lasciati dai geist che hanno cercato di farsi strada all’interno. Non avrebbero avuto motivo di lasciare tali segni se avessero potuto semplicemente attraversare le pareti, come hanno fatto con le altre case.”
“Eccellente” disse Davriel. “Signorina Verlasen, questa è una prova alquanto convincente.”
“Prova?” disse Tacenda. “Prova di cosa?”
“Questi Sussurratori non sono riusciti ad entrare nella chiesa, almeno non subito. I poteri dei sacerdoti erano sufficienti per tenerli alla larga.”
Tacenda guardò nuovamente l’immagine degli spiriti sulla soglia della chiesa. “Ma prima avevi detto che era possibile che i geist fossero troppo potenti perché venissero influenzati dalla mia canzone. Ma se le difese della Chiesa li hanno tenuti a bada…”
“Dubito che qualcosa di abbastanza potente da ignorare completamente il potere del Pantano possa, al contrario, essere fermato dalle protezioni di questi sacerdoti” disse Davriel. “Detto questo, abbiamo la prova che l’autorità della prioria può sgominare l’influenza del Pantano. La reclamazione che può fare sulle anime di chi è sepolto qui, per esempio.”
“Così come il fatto che i Sussurratori non abbiano avvertito l’influenza della tua canzone, ma siano stati fermati dai sacerdoti, mi fa pensare con maggior certezza che essi provengano dal Pantano. Tant’è che gli spiriti che hai sentito sussurrare erano, probabilmente, persone del tuo stesso villaggio.”
Lui iniziò a camminare verso l’altro lato della stanza, con il bastone che batteva sul pavimento piastrellato della chiesa.
Tacenda lo raggiunse velocemente. “Cosa?” chiese lei. “Che cosa intendi?”
“Gli attacchi sono iniziati lentamente” disse Davriel. “All’inizio solamente due persone, i tuoi genitori, nel tragitto verso il Pantano. Poi qualcuno in più, con un aumento di frequenza degli attacchi, fino all’assalto finale al tuo villaggio. Perché sono passati così tanti giorni tra i primi attacchi, per arrivare ad un attacco sempre più cospicuo e imponente alla fine?”
“Io sospetto che i ‘Sussurratori’ siano proprio gli spiriti che stiamo cercando, le anime senza corpo dei tuoi compagni di villaggio. Gli spiriti possono continuare con i loro furti: una volta generato qualche geist, possono essere inviati a radunarne altri. L’effetto moltiplicativo aumenterebbe il loro numero piuttosto velocemente, facendo crescere i loro ranghi e potendo attuare attacchi più grandi e più rischiosi.”

Tacenda si bloccò sul posto, orrificata dall’idea… ma aveva una sua logica contorta. Il volto di sua sorella… non era spaventata quando era stata presa dai geist. Forse aveva riconosciuto gli spiriti che erano venuti a reclamarla? Sarebbero potuti essere… i suoi genitori?
“Signorina Highwater” disse Davriel. “Rimangono ancora diverse domande. Sembra che qualcuno stia aiutando il Pantano, come possiamo evincere dai passi che lei ha udito. Questo ci porta alla risposta sul come sono state penetrate le difese della chiesa. Stavano reggendo, dopotutto.”
“Vampiri?” tirò a indovinare la Signorina Highwater.
“Ottima ipotesi.”
“Ma sbagliata?” rispose lei.
Davriel sorrise.
“Aspetta” disse Tacenda. “Come mai non possono essere stati i vampiri?”
“La porta è stata aperta dall’interno” disse la Signorina Highwater, indicandola. “La trave è stata rimossa secondo spontanea volontà, senza alcun segno di effrazione. Il tuo disegno prova che gli spiriti sono entrati attraversando la soglia. Quindi qualcuno li ha lasciati entrare… per questo avevo ipotizzato i vampiri. Una creatura che può controllare la mente di qualcuno all’interno per fargli aprire la porta.”
“E delle semplici porte aperte permetterebbero a degli spiriti di entrare in una chiesa completamente difesa?” chiese Davriel.
“Non ne sono sicura” La Signorina Highwater si corrucciò.
“Ed oltre a quello, un abitante degli Accessi può essere dominato mentalmente?” chiese Davriel. “Hai mai provato a sondare il cervello di uno di loro? Te lo dico io, non è una bella esperienza. Il tocco del Pantano è piuttosto potente.”
“Quindi…” disse Tacenda. “Cos’è successo?”
“Controlla i corpi dei sacerdoti” disse Davriel, indicando i cadaveri.
“L’ho appena fatto” disse Tacenda.
“E allora fallo meglio, questa volta, Signorina Verlasen.”
Lei si accigliò, ma camminò verso il cadavere del giovane sacerdote e si inginocchiò al suo fianco. Lo osservò. Poi, timidamente, girò il corpo. Non è morto veramente, si disse. Sta solo dormendo. Lo salverò, proprio come salverò Willia.
Il suo corpo non sembrava diverso rispetto agli altri. Si spostò al sacerdote della prioria più anziano, disteso di faccia e con la testa girata da un lato. Aveva la stessa espressione vitrea e sospesa degli altri. Tacenda lo ruotò su un lato.
E trovò una ferita da taglio sul suo petto.
Lei urlò di sorpresa, lasciandolo andare, ma la Signorina Highwater prese il corpo e lo fece ruotare completamente. Il sacerdote era stato ucciso con una lama. Come aveva fatto a non notarlo Tacenda?
Non c’è quasi sangue sul pavimento, pensò lei. Aveva macchiato la sua tunica, ma non si era riversato sotto di lui.
“Il suo corpo si è irrigidito come gli altri, dopo che gli è stata presa l’anima” disse la Signorina Highwater. “Dannazione, Dav, come facevi a saperlo?”
L’Uomo del Maniero ci oltrepassò camminando, con un’espressione di autocompiacimento, poi iniziò a frugare nell’altare.
“Che cosa significa?” chiese Tacenda.
“Qualcuno lo ha accoltellato, interrompendo la sua preghiera” disse la Signorina Highwater. “Poi quel qualcuno ha aperto le porte e ha lasciato entrare i Sussurratori. C’era un traditore nel villaggio.”
“Sì” disse Davriel. “Sai chi si trovava esattamente in questa stanza quando sbarrarono le porte?”
“No” disse Tacenda. “Ero confusa, ed ero ancora cieca. La mia vista non è tornata se non dopo il tramonto.”
“Potrebbe valere la pena assoldare qualcuno per ispezionare il villaggio” disse lui. “Così da vedere se qualcuno risulta scomparso. Un compito che potremmo assegnare ai sacerdoti della prioria quando arriverà mattino. A meno che… Signorina Tacenda, tua sorella è morta, quindi non possiamo interrogarla. Ma avevi detto che c’era un sacerdote tra coloro che mi avevano riconosciuto. Sai quale sacerdote?”
“Edwin” disse Tacenda. “Un giovane uomo. Ha incrociato te… o qualcuno vestito come te, a questo punto… che attaccava alcuni mercanti dei dintorni. Fu la prima volta che qualcuno avvistava anche i geist…”
La sua voce si spense. Quelli furono i primi attacchi dopo la caduta dei suoi genitori, e Edwin disse di aver visto due geist. Sembrava ovvio, ora che Davriel l’aveva fatto notare. Quei due erano… erano i suoi genitori.
L’orrore di quella rivelazione minacciò di sopraffarla. Si lasciò cadere sul pavimento, di fianco al sacerdote accoltellato, circondata da cadaveri. I suoi genitori, sua sorella, la gente del villaggio… erano stati presi, corrotti, costretti a tornare ed estrarre le anime dei loro amati. E Davriel aveva detto che c’entrava il Pantano? Che voleva tutto questo, per qualche ragione?
Tacenda stava utilizzando una specie di focalizzazione per continuare a muoversi: prima, una debole sull’attacco nei confronti dell’Uomo. Poi si era focalizzata sul salvataggio di sua sorella. Ma se si fermava a pensare a quanto fosse terribile tutta quella situazione…

Lei era l’ultima protettrice del villaggio. Ma alla fine era a malapena un’adolescente, e non aveva idea di cosa stesse facendo. Che cos’avrebbe fatto se il Pantano stesso si fosse rivoltato contro di lei? Se il suo dono si fosse rivelato inutile, che cos’avrebbe significato la sua esistenza?
Si strinse con le braccia e desiderò, per una volta, di avere qualcuno che cantasse per lei, come lei cantava a Willia durante la notte. Desiderò di poter udire quella Canzone di Gioia, quella che sembrava stesse dimenticando pian piano…
“Il sacerdote, bimba” disse Davriel, con un’insolita voce dai toni dolci. “Che cosa sai di lui?”
“Non… non molto” disse Tacenda, scuotendosi. “È nato negli Accessi, ma venne addestrato a Thraben. Non penserai che sia coinvolto in tutto questo?”
“Potrebbero aver aperto le porte della chiesa per far entrare un sacerdote” disse Davriel.
“Spiegherebbe molte cose” disse la Signorina Highwater. “Qualcuno sembra aver attraversato quelle porte, poi ha accoltellato il sacerdote durante la sua preghiera, lasciando che i geist fluissero all’interno.”
“Non sto ancora esprimendo alcun tipo di giudizio” disse Davriel, ancora a rovistare dietro l’altare. “Non ho teorie concrete sulle ragioni per le quali un sacerdote dovrebbe operare insieme al Pantano. Non saprei nemmeno dire perché il Pantano dovrebbe uccidere i propri fedeli, se è veramente ciò che è accaduto.”
“Quindi… qual è la prossima mossa?” chiese Tacenda, sbattendo le palpebre e cercando di riottenere la propria focalizzazione. Non poteva pensarci troppo, o sarebbe stata sopraffatta.
Loro non erano morti. Willia non era morta. Si concentrò su quello.
“Ci serve della magia che possa gestire i geist” disse Davriel. “La cosa migliore sarebbe avere un incantesimo che li possa tracciare. A volte, se riesci ad isolare un geist e metterlo davanti a qualcosa con cui fosse molto famigliare mentre era in vita, ad esempio uno strumento della sua professione, si ripristinerà abbastanza per poter rispondere a qualche domanda. Ci potrebbe anche servire qualche magia che stabilizzi e fissi la loro forma, costringendoli a rimanere corporei così che possano essere confrontati fisicamente.”
“Possiedi questo tipo di magia?” chiese Tacenda.
“No” rispose Davriel. “Tecnicamente, ho qualche mio talento personale.”
“Ma-”
“Io posso solamente prendere in prestito dagli altri, Signorina Verlasen” disse Davriel. “Sono un mendicante senza pretese, un servo del popolo.”
Crunchgnar ringhiò mentre accendeva un’altra lampada. Non c’era ancora molta luce nella stanza.
“Molte persone” continuò Davriel, “hanno un qualche tipo di talento minore: un trucco magico, un’aura di fede o perfino della stregoneria avanzata. Ma il loro utilizzo di queste benedizioni è scialbo. Io li aiuto un pochetto.”
“E lo fa” aggiunse la Signorina Highwater, “entrando nei loro cervelli per strappare con la forza le loro abilità magiche, che poi utilizza al bisogno.”
“È una cosa orribile!” disse Tacenda.
“Suvvia” disse Davriel. “Mi fa male tanto quanto a loro, soprattutto se l’incantesimo che rubo proviene da qualcuno particolarmente moralista. E poi i loro talenti vengono ripristinati poco dopo il mio intervento, quindi che male c’è? Ah!”
Si alzò di colpo, tenendo qualcosa a mezz’aria.
“Cosa?” chiese Tacenda. “Un indizio?”
“Molto meglio” disse lui, rigirando il piccolo barattolo. “La sacerdotessa stava accumulando del tè di salice polveroso.” Svitò il coperchio, poi il suo voltò si intristì.
“Vuoto?” chiese Tacenda.
“Voi contadinotti siete stati incredibilmente pigri in queste ultime settimane” disse lui. “Sì, sì. Stavate venendo uccisi dai geist e tutto il resto. Ma, veramente…”
Fuori si udì un tonfo, ed un’ombra oscurò la facciata della chiesa. Uno dei due demoni volanti, che Tacenda non riusciva a distinguere, si accucciò nella camera con in mano una lancia. Parlò con voce roca. “Padrone. Soldati a cavallo con lanterne si avvicinano al villaggio.”
“Cosa?” disse Davriel. “A quest’ora di notte?”
“Ci hanno sparato quando ci hanno visti” disse il demone, mostrando un quadrello da balestra appuntito. “Gutmorn è stato ferito alla gamba. È atterrato in cima ad una casa nei paraggi per riprendersi, ma i cavalcatori stanno puntando in questa direzione. Sembrerebbero dei cacciatori di demoni.”
Davriel sospirò deliberatamente con forza, lanciando uno sguardo a Tacenda.
“Non ci credo che tu voglia incolparmi di questa situazione” disse lei.
“Incolperò chi voglio io” sbottò lui. “Yledris, vai a prendere Brerig e la carrozza. Vedi se riesce a venire qui prima che-”
Un proiettile di balestra schioccò contro la porta di legno di fianco a Yledris, e si alzarono delle grida a breve distanza da loro.
“O” disse Davriel, “magari limitati a sbarrare la porta.”


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